Il progetto “YouCubed” ha alle spalle un gruppo di ricercatori guidati da Jo Boaler, che insegna educazione matematica alla Stanford University. Il progetto si basa sulle ricerche contemporanee nel campo della didattica della matematica e delle neuroscienze, promuovendo pratiche didattiche ed esempi concreti di attività che si possono trovare sul sito internet associato (www.youcubed.org).
Si tratta di strumenti didattici estremamente utili anche come modelli di attività che mettono in gioco vari aspetti dell’apprendimento matematico. L’idea di base è quella di costruire una sorta di comunità di apprendimento in cui i docenti possono interagire con i discenti di ogni età nella realizzazione di specifici obiettivi. Tutto ciò attraverso una filosofia di fondo riassumibile in alcuni punti fondamentali:
Promuovere la consapevolezza che tutti possono imparare la matematica fino a raggiungere alti livelli, quindi gli esercizi proposti ad ogni ordine di scuola sono sfidanti e di alto livello; da parte degli insegnanti c’è un’attenzione continua ad elogiare le idee e gli sforzi prodotti per ottenerle, non la persona.
Avere consapevolezza che la matematica è visiva, quindi i docenti sono incentivati a chiedere agli allievi di disegnare le proprie idee, utilizzarle per spiegare ragionamenti e argomentare soluzioni; gli studenti sono incentivati ad usare la dimensione spaziale e del corpo e ricevono molte consegne che includono una componente visiva, in modo da nutrire sempre questo dominio.
Dare molta importanza alla comunicazione e alle connessioni: gli studenti lavorano in gruppo condividendo idee e immagini, sono incentivati a collegare le nuove idee a lezioni precedenti o eventi della loro quotidianità e del mondo, guidati da docenti che creano opportunità affinché questi collegamenti avvengano.
Incentivare una visione aperta della matematica: la materia viene vissuta come mondo da scoprire, dove espressioni come “la mia idea”, “il mio metodo” sono all’ordine del giorno per la classe, perché la creatività è apprezzata e stimolata dal docente in ogni occasione.
Valorizzare gli errori, lasciando all’alunno la libertà di prendersi rischi. Gli studenti sono invitati a discutere le idee anche quando hanno sbagliato, i compagni infatti cercano di capire piuttosto che di correggere; gli studenti si sentono a proprio agio anche quando fanno errori e lavorano insieme agli insegnanti e alla classe quando sono bloccati.
Favorire un ambiente ricco, pieno di meraviglia e di curiosità: l’insegnante propone nuove consegne inserendo modalità che attivano la curiosità; gli studenti abitano un ambiente che li avvia verso nuove esplorazioni, in piena libertà di porre domande con la consapevolezza che la matematica è un enigma da risolvere insieme e i progressi del singolo sono progressi per l’intera comunità.
Per approfondire consiglio: